Tema della conferenza 2025
XVIII Conferenza ESPAnet Italia 2025
Tecnologia, clima, cambiamento demografico: sfide e risposte di politica sociale in un mondo in transizione
Politecnico di Torino, 16-18 settembre 2025
Tema della conferenza
La tripla transizione – ecologica, tecnologica e sociodemografica – rappresenta una delle sfide cruciali del nostro tempo, obbligando a un ripensamento del rapporto della specie umana con le altre specie, degli spazi urbani e naturali, dei processi di produzione e redistribuzione delle risorse e dei sistemi di welfare a tutti i livelli di governance.
Mentre la realtà del cambiamento climatico diventa drammaticamente evidente, crescono le pressioni su policymakers e attori economici e sociali per ingaggiare i sistemi produttivi in un serio processo di riconversione ecologica. Tuttavia, la recente COP29, nonché il cambio di passo della nuova amministrazione americana, confermano le difficoltà insite nel bilanciamento tra sviluppo economico – in particolare dei Paesi emergenti – e la riduzione delle emissioni globali (Draghi 2024). La transizione ecologica impone aggiustamenti settoriali che possono essere caratterizzati da nuova occupazione, così come da perdita di posti di lavoro, cambiamenti nelle competenze e nei profili occupazionali richiesti e conseguenze rilevanti in termini di consenso politico e di domande rivolte ai decisori pubblici da parte della comunità politica. Parallelamente, lo sviluppo tecnologico, e in particolare l’avvento dell’Intelligenza Artificiale (IA) generativa, delineano nuovi rischi fondamentali (Kissinger et al. 2022) o come minimo la riconfigurazione del lavoro umano (Mugge 2024), così come nuove opportunità di crescita economica (Acemoglu 2024). L’impatto dell’IA generativa riguarda il settore manifatturiero così come i servizi pubblici e privati (dalla diagnostica medica alla logistica, ai servizi per i disoccupati). L’utilizzo di processi decisionali basati su vaste basi di dati investe sempre più l’organizzazione e l’erogazione delle prestazioni sociali, dando luogo a un difficile bilanciamento tra efficienza e trasparenza dell’azione amministrativa, così come tra le aspettative di efficacia derivante dall’utilizzo di sistemi informatizzati e l’esperienza e il giudizio degli operatori del welfare (Van Gerven 2022).
Nell’ultimo decennio, la “quarta rivoluzione industriale” ha visto una rinnovata attenzione verso le politiche industriali per rilanciare i settori produttivi, assieme a politiche dell’istruzione e sociali: proattive e di investimento sociale per la formazione delle competenze e reattive per la compensazione degli impatti. Allo stesso modo, la strategia di lotta al cambiamento climatico attraverso la decarbonizzazione perseguita dall’Unione europea dà luogo a conseguenze che vanno gestite attraverso un mix di politiche che coinvolgono politiche industriali, di sviluppo territoriale, di istruzione e formazione, e di politiche sociali, in uno scenario caratterizzato dal calo globale della fertilità e dal progressivo invecchiamento della popolazione (The Lancet 2024). Elementi, questi, che minano la sostenibilità dei sistemi sanitari e di protezione sociale, oltre a prefigurare un rallentamento della crescita economica.
In tale scenario, a maggior forza dopo la pandemia di Covid-19, l’intervento del settore pubblico viene sempre più spesso considerato necessario per cogliere le opportunità di crescita e porre l'accento su un nuovo livello di collaborazione tra ricerca, scuola, università e industria. Emergono però possibili tensioni tra concezioni dell’intervento pubblico come volto alla produzione delle risorse o alla loro redistribuzione, in una parola contrapponendo politiche industriali e politiche sociali. Tensioni che potrebbero essere neutralizzate tornando a concettualizzare, a distanza di un quarto di secolo, la politica sociale come un fattore produttivo e di competitività (Commissione europea 1997, Pontusson 2005). Un accostamento, questo, soggetto a contestazione da parte di chi considera che la politica sociale di stampo produttivista, coestensiva al capitalismo della crescita, sia parte dei problemi della modernità e non già la loro soluzione, laddove per rispondere in modo efficace alle sfide poste dalle transizioni occorra un cambio di paradigma in senso “postproduttivista” (Dukelow e Murphy 2022).
La conferenza ESPAnet Italia 2025 si propone l’obiettivo di riflettere sulle sfide che queste transizioni interrelate pongono al sistema produttivo, ai meccanismi di redistribuzione delle risorse e, in particolare, alle politiche sociali che rispondono, regolano e a loro volta plasmano i processi socioeconomici. Se l’impiego delle nuove tecnologie può facilitare la riconversione ecologica, la crescente automazione solleva preoccupazioni riguardo alle condizioni occupazionali di molti lavoratori con competenze obsolete, mentre la carenza di manodopera qualificata conseguente all’invecchiamento della popolazione e alla riduzione delle coorti più giovani genera a sua volta incentivi per l’automazione, anche nelle professioni sanitarie e del welfare (anche attraverso l’adozione di IA generativa). Le crescenti pressioni sul sistema pensionistico e sanitario dovute alla transizione demografica mettono a repentaglio l’introduzione e l’erogazione di politiche compensative per coloro che sono esposti a nuovi rischi eco-sociali (vittime di dissesto idrogeologico, lavoratori della filiera legata allo sfruttamento dell’energia fossile, ecc.). Al contempo, gruppi più vulnerabili possono essere meno preparati per affrontare le conseguenze negative del cambiamento climatico e dei disastri naturali.
La conferenza promuove sessioni che affrontano tali tematiche sia dal punto di vista teorico e interpretativo, sia attraverso la presentazione di ricerche empiriche, casi studio e/o analisi comparate, esperienze pratiche, con un’attenzione agli scenari presenti e agli sviluppi futuri. Si incoraggia la presentazione di nuove metodologie e tecniche d’analisi, stimolando un confronto interdisciplinare che spazi nelle seguenti discipline: sociologia, economia, scienza politica, storia, giurisprudenza, psicologia, demografia, urbanistica, servizio sociale, pedagogia e medicina.
I temi su cui si intende discutere e su cui si invita a proporre sessioni (in una lista non esaustiva) sono:
- Strategie e politiche di mitigazione degli impatti sociali della tripla transizione
- Strategie e politiche industriali e del lavoro per la riconversione ecologica e la transizione digitale
- Percezione dell’opinione pubblica rispetto alle grandi transizioni e preferenze di politica pubblica
- Dinamiche intergenerazionali (conflitti, solidarietà, scambi)
- Nuove forme di convivenza, long-term care e caregiving
- Trasformazioni urbane e smart and sustainable cities
- Servizi socioassistenziali, digitalizzazione e utilizzo dell’IA
- Politiche per la famiglia, la natalità e l’occupazione femminile
- Analisi di scenario e future studies relativi ai nuovi rischi sociali nella tripla transizione
- Impatti delle nuove tecnologie e della transizione verde sull’occupazione e sulla qualità del lavoro
- Trasformazione digitale dell’amministrazione del welfare
- Disintermediazione, remotizzazione e modelli di decisione algoritmica nelle politiche sociali e del lavoro
- Formazione per il mercato del lavoro in transizione (digital skills e green skills)
- Politiche attive del lavoro “intelligenti” (utilizzo dell’IA nei servizi per l’impiego, nell’incrocio domanda-offerta, ecc.)
- Ruolo del terzo settore e dell’economia sociale
- Invecchiamento attivo
- Disabilità e nuove tecnologie
- Giustizia climatica
- Trasformazione digitale e nuove forme di attivismo
- Nuove migrazioni: rifugiati climatici e politiche di risposta ai bisogni
Le proposte di sessione (tra le 250 e le 300 parole in lingua inglese o italiana) andranno presentate entro il 24/03/2025 all’indirizzo:
L’accettazione delle proposte sarà comunicata entro il 12/04/2025.